L’aumento del consumo energetico urbano, la dipendenza dai combustibili fossili, la scarsità di risorse energetiche e, non da ultimo, il cambiamento climatico rappresentano importanti sfide da affrontare al fine di raggiungere la sostenibilità urbana. Il patrimonio edilizio esistente rappresenta il 40% del consumo energetico dell’UE, il 36 % delle emissioni di CO2 e il 55 % del consumo di elettricità. Risulta fondamentale concentrarsi su misure di efficienza energetica, sull’aumento della quota di energia da fonti energetiche rinnovabili per ridurre il consumo di combustibili fossili e sulla realizzazione di una produzione di energia decentralizzata. Inoltre, proprio la crescita dei sistemi energetici decentralizzati segna una nuova frontiera nella pianificazione energetica urbana e nella progettazione di sistemi energetici locali. Le città e le regioni urbane diventano le sedi non solo del consumo di energia, ma anche della generazione e della distribuzione, il che richiede un cambiamento sistemico nelle infrastrutture energetiche locali.

La ricerca deve quindi considerare l’interdipendenza tra pianificazione territoriale e transizione energetica affrontando in modo più esaustivo alcune questioni quali la definizione del profilo energetico urbano in relazione alla forma, alla geometria e alle caratteristiche fisiche, la disponibilità di dati per supportare gli strumenti di mappatura energetica in relazione ai fattori urbani ed energetici e la sperimentazione di sistemi energetici decentralizzati che possano attivare la transizione per gradi partendo dall'attuale centralizzazione. Pertanto risulta fondamentale per avviare il processo di transizione verso sistemi a basse emissioni di carbonio dimensionare impianti di produzione di energia rinnovabile e sistemi di accumulo di energia in base alle superfici disponibili, ma soprattutto riorganizzare i consumi e massimizzare l’autoconsumo anche grazie alle comunità energetiche.

L’UE ha imposto al 2030 tre obiettivi principali nella lotta al cambiamento climatico: la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990, il raggiungimento del 42,5% di penetrazione delle fonti energetiche rinnovabili nei consumi di energia e la riduzione del 38% dei consumi di energia primaria come obiettivo per l'efficienza energetica entro il 2030. Ecco che per raggiugere tali traguardi anche i cittadini diventano i protagonisti della transizione energetica. Il 30 novembre 2016 la Commissione Europea ha pubblicato il Clean Energy Package for all Europeans, nel quale è stato inserito il concetto di Comunità Energetica Rinnovabile (CER). La CER è un soggetto giuridico non profit a cui possono aderire volontariamente persone fisiche, piccole e medie imprese, pubbliche amministrazioni o altro, con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire localmente energia elettrica da FER. La comunità, nella quale i membri possono condividere l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, ha come obiettivo generale quello di promuovere lo sviluppo e l’accettazione delle FER a livello locale, l’efficienza energetica, la partecipazione al mercato degli utenti finali e di facilitare la fornitura di energia a prezzi accessibili per contrastare la vulnerabilità e la povertà energetica con ricadute positive a livello ambientale, economico e sociale. Nelle Comunità si parla di: prosumer quando il soggetto ha un impianto di produzione di energia rinnovabile, collegato al proprio contatore, con il quale copre il suo fabbisogno elettrico e cede l’esubero alla comunità; consumer è il soggetto che non possiede un impianto ma consuma l’energia condivisa all’interno della comunità; titolare di lastrico/tetto è il soggetto che possiede una copertura e la rende disponibile alla CER per installare impianti fotovoltaici per produrre energia e condividerla all’interno della stessa; finanziatore è il soggetto interessato all’investimento per lo sviluppo della comunità energetica; producer è il soggetto esterno alla CER che mette a disposizione i propri impianti di produzione da FER.

Le CER portano alle comunità locali e al territorio nazionale benefici sociali, infatti esse sono un ottimo mezzo per contrastare la povertà energetica. In Italia il 9.3 % della popolazione vive in condizioni di povertà energetica (dati EUROSTAT al 2022) e le soluzioni adottate finora, come i sussidi, sembrano essere inefficaci. Per questo motivo le CER attraverso l’autoconsumo potrebbero livellare le disparità energetiche sul territorio. Inoltre le comunità favoriscono la diffusione dell’uso di fonti energetiche rinnovabili e giocano un ruolo attivo per quanto riguarda la riqualificazione energetica di impianti/strutture già esistenti.

La realizzazione di Comunità Energetiche e la diffusione delle FER portano benefici ambientali sia grazie alla decarbonizzazione del settore energetico, sia indirettamente attraverso la condivisione di pratiche per un uso più efficiente dell’energia prodotta.

Sappiamo bene però che ciò che spinge il cittadino ad entrare a far parte di queste comunità non sono tanto i benefici sociali e ambientali ma la riduzione del costo della bolletta. Chi sceglie di entrare a far parte di una comunità energetica ottiene infatti una serie di benefici economici a partire proprio dalla riduzione del costo della bolletta. Questo perché? perché con la comunità energetica aumenta l’autoconsumo di energia elettrica e di conseguenza diminuisce il prelievo dalla rete nazionale e quindi diminuisce l’acquisto di energia.

Si ha poi l’accesso alle tariffe incentivanti statali, lo potremmo definire un rimborso monetario della quota di energia che si condivide all’interno della comunità. Ancora si può usufruire di incentivi statali che prevedono il rimborso in 10 anni della metà del costo dell’installazione di nuovi impianti fotovoltaici, ovvero delle detrazioni fiscali al 50% per gli interventi di ristrutturazione.

Nelle comunità energetiche si parla principalmente di fonte solare fotovoltaica, tuttavia l’utilizzo di altre fonti come il biogas o la biomassa potrebbe da un lato contribuire allo sviluppo tecnologico delle stesse, dall’altro la realizzazione di nuovi impianti con diverse tecnologie potrebbe velocizzare il raggiungimento degli obiettivi energetici e ambientali delle CER.

Le comunità energetiche mettono al centro i cittadini e le piccole medie imprese, che con l'aumento delle preoccupazioni per il cambiamento climatico e l'aumento dei prezzi dell'energia, sono sempre più interessati ad investire per installare impianti fotovoltaici (FV) e a condividere l'energia nelle comunità.

Le CER rappresentano per i cittadini e gli enti attivi su un territorio la possibilità di partecipare direttamente al mercato energetico, non solo come soli consumatori ovvero “consumers” ma come produttori e consumatori, ovvero “prosumers” (o come accumulatori di energia, “storers”), attraverso la promozione dell’autoconsumo. Le CER infatti permettono a cittadini e utenti di diventare produttori e proprietari di impianti, in grado di generare valore economico, sociale e ambientale nel proprio territorio, e per questo motivo rappresentano un potenziale di innovazione per la decentralizzazione del mercato energetico e per la necessaria transizione ecologica.

Nel corso del progetto Auree, è prevista l’implementazione sul portale www.auree.it degli strumenti necessari alla sensibilizzazione e alla diffusione di CER nel territorio comunale di Carbonia. Ad oggi inoltre sono state svolte tutte le attività necessarie per definire le specifiche e i contenuti della nuova sezione del portale dedicata. In particolare è stata effettuata la ricognizione e l’analisi del quadro normativo comunitario e nazionale, dal decreto Milleproroghe del 2019 all’attuale decreto MASE, e alla normativa vigente della Regione Sardegna con particolare riferimento al Testo Unico in materia di energia di ottobre 2022 con il quale si mettono a disposizione dei fondi finanziari destinati alle comunità energetiche. È stato inoltre approfondito il discorso sulla compatibilità di tali finanziamenti regionali con quelli del PNRR e se contribuiscano o meno al raggiungimento del massimale per i contributi previsti in conto capitale. Sono stati individuati e descritti alcuni esempi di CER già avviate e/o in fase di realizzazione nel territorio italiano (n. 19) e in Sardegna (n.10). Per ciascuna comunità, in base al materiale raccolto e allo stadio di sviluppo in cui si trova il progetto, sono stati evidenziati la finalità, il numero e la tipologia di membri della CER, la fonte rinnovabile sfruttata, l’obiettivo previsto e le eventuali evoluzioni. Dalle esperienze sono stati infine evidenziati i benefici ambientali, sociali ed economici che ne derivano e le criticità che limitano la diffusione del modello energetico, prima tra tutti la lunga attesa per la nuova normativa. Sono state, inoltre, individuate attività di coinvolgimento e strumenti tecnici utilizzabili e integrabili su auree.it al fine di sensibilizzare gli utenti sul tema delle CER. Sono stati elaborati, a partire dal progetto europeo Lightness, dei sondaggi da somministrare ai coordinatori dei siti pilota per lo sviluppo delle comunità energetiche, a diretto contatto con gli utenti finali della comunità, e alle imprese e organizzazioni coinvolte in modo diretto o indiretto allo sviluppo della CER.

L’analisi delle prime comunità sperimentali esistenti ad oggi, svolta nel periodo Giugno 2022 – Dicembre 2023, ha permesso di fare un focus sul potenziale a lungo termine che il modello energetico CER comporta in termini di benefici sociali, ambientali ed economici, e soprattutto di mettere in luce gli aspetti innovativi, anche se ancora migliorabili, che attualmente stimolano la diffusione delle comunità energetiche rinnovabili in Italia e in Sardegna. EnergyTeam