Oggi il mercato energetico europeo sta percorrendo una transizione fondamentale da un sistema basato sull'energia fossile e nucleare verso uno basato interamente sull'energia rinnovabile, efficiente e sostenibile. Con il passaggio a un sistema di produzione decentralizzato, il cittadino assume un ruolo più attivo all’interno del mercato dell’energia in vista del raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica che l’Unione Europea si è prefissata per il 2050. La diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili e il nuovo ruolo del cittadino, da consumer a prosumer, rappresentano la perfetta combinazione per la realizzazione delle comunità energetiche. La comunità energetica è un modello di autonomia energetica il cui approvvigionamento si basa sulle rinnovabili, sui sistemi di accumulo e sulle reti intelligenti. Ha come obiettivi principali promuovere l’autoconsumo istantaneo, massimizzare il consumo locale dell’energia e abbattere i costi energetici per cittadini e imprese. Con le comunità energetiche si delineano percorsi alternativi ai modelli di produzione energetica centralizzati, passando da un modello verticale con un grosso produttore e tanti consumatori a uno orizzontale in cui tutti i produttori e consumatori si relazionano tra loro. Tutto ciò è in linea con quanto previsto dal Piano Energetico della Regione Sardegna, che punta a far diventare l’isola un modello europeo basato su sistemi per la gestione intelligente e l’uso efficiente dell’energia. La Regione, in attuazione della direttiva 2018/2001/UE (Red II) del Parlamento europeo, promuove l'istituzione di comunità energetiche, quali aggregazioni senza finalità di lucro, per la massimizzazione della produzione e del consumo decentrati di energia da fonti energetiche rinnovabili (FER). L'obiettivo primario della comunità energetica è l'autoconsumo dell'energia rinnovabile prodotta dai membri della comunità e l'immagazzinamento dell'energia prodotta, al fine di favorire la condivisione di energia autoprodotta e di contrastare la povertà energetica mediante la riduzione dei prelievi di energia elettrica dalla rete.

Il 4 ottobre scorso è stato approvato in consiglio regionale il testo unico sull’energia che stanzia 14 milioni di euro ai comuni per la costituzione di comunità energetiche e l’istituzione del cosiddetto reddito energetico. Il Testo Unificato della Giunta e del Consiglio Legge 15/2022 “Disposizioni in materia di energia e modifiche alla legge regionale n. 9 del 2006” prevede una dotazione finanziaria di 7 milioni di euro per il 2023 e altrettanti per il 2024. Dei 7 milioni annui, 2 milioni sono destinati alle comunità energetiche e 5 milioni al reddito energetico delle famiglie. ll nuovo testo unico risponde all’esigenza di dotarsi di un quadro normativo chiaro in materia energetica mettendo a disposizione dei comuni della Sardegna fondi utili a sostenere le famiglie in difficoltà a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e all’impossibilità di dotarsi autonomamente di sistemi a energia rinnovabile. La dotazione prevista per le comunità energetiche consentirà invece alle amministrazioni comunali di dar luogo all’avviamento delle comunità senza sottrarre risorse dal proprio bilancio.

La Regione con la nuova legge istituisce anzitutto un quadro di sostegno a favore della costituzione delle comunità energetiche da FER attraverso: il supporto alle pubbliche amministrazioni per favorire la creazione di comunità energetiche da FER e la loro partecipazione diretta; la rimozione degli ostacoli normativi e amministrativi per lo sviluppo delle comunità energetiche da FER; la promozione della cooperazione con ARERA e i gestori delle reti di distribuzione e i produttori di energia per facilitare il perseguimento degli obiettivi delle comunità energetiche da FER e l'accesso ai mercati; la partecipazione alle comunità energetiche rinnovabili aperta a tutti consumatori, con particolare attenzione alle famiglie a basso reddito o in condizione di povertà energetica; la promozione dell'autoconsumo dell'energia prodotta all'interno delle comunità energetiche da FER e il supporto a forme innovative di stoccaggio dell'energia; il contrasto allo spopolamento.

Tra gli obiettivi generali della legge, ci sono inoltre la riduzione delle emissioni climalteranti e la garanzia di sicurezza dell’approvvigionamento energetico a condizioni accessibili per cittadini e imprese.

La Regione Sardegna con il reddito energetico contribuirà all’acquisto e all’installazione di impianti di produzione di energia elettrica da rinnovabili a favore di utenti che stipuleranno convenzioni con il GSE, con priorità per coloro che vivono condizioni di disagio socioeconomico. I beneficiari, da selezionare con un avviso pubblico, avranno diritto all’autoconsumo gratuito dell’energia prodotta. Chi lo otterrà dovrà cedere alla Regione i crediti maturati per il servizio di scambio sul posto: in questo modo sarà alimentato il fondo di rotazione che finanzia il reddito energetico.

Con l'istituzione del reddito energetico regionale, la Regione persegue i seguenti obiettivi: tutela dell'ambiente; il progressivo incremento delle utenze beneficiarie del consumo gratuito dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili; lo sviluppo economico del territorio, per effetto del diffuso miglioramento dell'efficienza energetica degli immobili e della possibilità di favorire la creazione di una filiera locale nel settore dell'installazione, manutenzione e gestione di impianti di produzione d'energia da fonti rinnovabili.

Le risorse destinate a supporto dei Comuni per favorire la creazione di comunità energetiche da fonti energetiche rinnovabili saranno impiegate per lo studio di fattibilità e per l'avviamento delle comunità, consentiranno ai Comuni di verificare anche la possibilità di associarsi in unioni e, soprattutto, di avere finanziate spese che non sono previste, ad esempio, dai bandi PNRR. Per dare attuazione alla legge, la Giunta il 22 novembre ha approvato la delibera n. 35/108 del 2022, che disegna le «azioni di supporto ai Comuni...per favorire la creazione di comunità energetiche da fonti energetiche rinnovabili».

Ora alla Regione sono in corso gli interventi per la predisposizione della lista dei Comuni che, per mancanza di rete del gas e in base al numero degli abitanti, sono considerati prioritari. La legge regionale, infatti, riconosce la priorità ai Comuni non raggiunti dalla rete del metano, «così da assicurare a specifiche aree svantaggiate la possibilità di promuovere, con priorità sulle altre, la realizzazione di reti smart grid al fine di condividere il risparmio energetico e l’autoconsumo all’interno del territorio comunale». Il tutto nell'ambito della transizione energetica sostenibile, vista come un'opportunità per invertire la tendenza che vede i piccoli centri spopolarsi progressivamente, creando allo stesso tempo valore aggiunto per le piccole comunità.

«Obiettivi primari della comunità energetica - dichiara il presidente della Regione, Christian Solinas - sono l’autoconsumo e l’immagazzinamento dell’energia rinnovabile prodotta dai suoi membri, che potranno godere di energia autoprodotta, condivisa, diminuendo considerevolmente i prelievi di dalla rete, anche nei territori dove non arrivano le condutture del metano». Secondo Anita Pili, assessore regionale all'Industria, sono misure «finalizzate a garantire lo sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale, atte a favorire la riduzione delle emissioni climalteranti e assicurare un equo accesso alle risorse energetiche da parte di tutti gli attori, produttori, consumatori e pubbliche amministrazioni».

Nell’ambito delle attività rientranti nel piano triennale 2019-2021 della ricerca di sistema elettrico nazionale, Sotacarbo ha sviluppato un modello energetico che nel nuovo triennio 2022-2024 potrebbe costituire la base ideale per impostare la valutazione preliminare di scenari di efficientamento del patrimonio edilizio, per i quali sia necessario considerare una scala più ampia di quella del singolo edificio come è il caso delle comunità energetiche.

Inoltre, il modello urbano potrà esser utilizzato per analisi ambientali o per sviluppare studi tematici specifici, come il potenziale delle tecnologie solari e geotermiche, il microclima urbano, il comfort e la qualità urbana. Il modello energetico impostato permetterà lo sviluppo e la sperimentazione di scenari di retrofit, che prendano in considerazione le tecnologie più consolidate (fotovoltaico, solare termico, etc) e le strategie di intervento oggi più diffuse (comunità energetiche). EnergyTeam

pannelli fotovoltaici

Legge 15 del 2022: Il consiglio regionale sardo sostiene la creazione di comunità energetiche

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