Di seguito un estratto dell’intervista radiofonica con l’ing. Caterina Frau, trasmessa il  30 ottobre 2020, adattata per esigenze di pubblicazione.

Radio Star: La battaglia del mondo intero contro la diffusione del coronavirus ha frenato l’economia globale, con conseguenze tangibili già nell’immediato. Mentre ci si interroga sulle nuove basi su cui rilanciare il sistema produttivo, è sempre più frequente il riferimento all’efficienza energetica. Chi è Sotacarbo e come si inquadra in questo panorama?
Caterina Frau: Sotacarbo è una società di ricerca che opera a Carbonia, nella Grande Miniera di Serbariu. Qui studiamo e sviluppiamo tecnologie per produrre, conservare, e utilizzare l’energia in modo pulito, o come si usa dire: a basse emissioni di CO2. L’impegno di Sotacarbo è di proporsi come agenzia di riferimento per il territorio, come incubatrice di nuove idee e progetti anche in questo campo. Nel nostro Centro ricerche cerchiamo di studiare l’utilizzo dell’energia in modo più efficiente possibile: dal risparmio vero e proprio all’uso etico dell’energia. Il tutto rivisitato e cucito sul benessere del suo utilizzatore e dell’ambiente. Nel panorama attuale, certamente il miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio edificato esistente è un passaggio chiave nella transizione verso un modello di sviluppo più sostenibile. Forse non tutti sanno che in Europa l’edilizia abitativa, l’insieme delle unità abitative, è responsabile di circa il 40% delle emissioni di gas serra e di consumare il 25% dell’energia prodotta. In Italia viaggiamo su consumi che sono stimati in un terzo dell’energia prodotta. È venuto naturale anche in Sotacarbo, creare un gruppo di lavoro che operasse in questo settore. Oltre agli studi di ricerca pura, ci siamo occupati anche e soprattutto di “mappare” il territorio che ci ospita: ci siamo occupati di scuole, edifici a uso pubblico tipo uffici o musei. A livello locale abbiamo promosso diverse manifestazioni e numerose interazioni tra il Centro ricerche Sotacarbo e la popolazione locale, promuovendo soprattutto le idee di efficienza energetica nelle scuole.

RS: E oggi qual è il vostro prossimo traguardo?
CF: Il gruppo di ricerca sull’efficienza energetica di Sotacarbo, forte dell’esperienza maturata nel settore energetico, in collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari, sta lavorando a un ambizioso progetto triennale, finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, tramite la Ricerca di Sistema Elettrico, che ha un titolo altrettanto ambizioso: “Abaco Geografico Smart per il recupero ed efficientamento energetico del patrimonio edilizio urbano”. Il progetto prevede la mappatura energetica della città di Carbonia, scelta come caso studio, che si raggiungerà studiando non solo l’edificato di Carbonia (l’involucro), ma anche chi ne usufruisce e le interazioni tra di essi in termini energetici, cioè andando ad analizzare come le persone vivono l’edificio: quanta energia si consuma, come e perché si consuma, quale è il ritorno in termini di benessere per chi li vive. Tutte queste informazioni, oltre a definire ciò che scientificamente viene chiamato “metodologia”, ossia un protocollo replicabile su altre città, porteranno allo sviluppo di un portale web “Auree”, usufruibile da tutti. Il portale darà a chi lo consulta informazioni sugli edifici e sui consumi energetici ad essi associati, sulle possibilità di miglioramento energetico, sulla classe energetica e oltre a ciò, una serie di consigli di buona prassi adottabili per aumentare il risparmio energetico.

RS: Sarà qualcosa di cui potranno usufruire anche i cittadini? Come si potrà interagire?
CF: L’efficienza energetica è per tutti i livelli, non ha barriere economiche: si parte da buoni comportamenti (con investimento zero) fino a costruire edifici a zero emissioni e zero consumi. Oltre a questo, il portale sarà un punto di incontro per cittadini che vogliono riqualificare la propria abitazione e professionisti o ditte che si possono proporre per la progettazione e realizzazione. Un punto chiave di questo progetto è che la mappatura energetica realizzata potrà rappresentare un potente strumento per una pianificazione urbana in senso “smart”, come si usa dire adesso, che punti all’integrazione delle città nell’ambiente, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse disponibili, e, elemento chiave attualissimo, e al benessere del cittadino, dove benessere deve essere inteso come economico, sociale, e, ancora più in maniera stringente e attuale, sanitario.

RS: Quindi questo progetto ha a che fare con la pandemia?
CF: In realtà questi obiettivi ce li eravamo posti prima di affrontare la pandemia. Si tratta degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite, a cui ci si propone di arrivare al 2030. La situazione attuale dovuta alla diffusione del Covid-19 ha solo messo in luce a necessità di accorciare l’orizzonte temporale. Al netto di ciò che stiamo vivendo, è evidente che la progettazione urbana e la salute pubblica sono settori che si intersecano fortemente. Già in passato è successo che la diffusione di una malattia, come la Spagnola nel 1918 a New York e Città del Messico, o l’Ebola in Africa nel 2014, abbia “rimodellato” le città e il modo di viverle. Non dobbiamo sprecare questa crisi ma utilizzarla per assicurare il cambiamento di cui hanno bisogno le nostre città. E proprio la chiave energetica può essere quella intorno a cui creare opportunità di investimento, in progetti di riqualificazione con ambiziosi obiettivi ambientali e sociali.

RS: In che maniera possiamo utilizzare questa crisi?
CF: La crisi della Covid-19 ha fatto emergere prepotentemente l’importanza degli edifici nella nostra vita quotidiana, palesandone anche i punti deboli. Durante la pandemia la casa è stata il centro della vita quotidiana di milioni di persone: un ufficio per i telelavoratori, un asilo o un’aula provvisori per i bambini, un luogo di acquisti o intrattenimento online per molti.
Investire negli edifici può dare quell’impulso così necessario al settore delle costruzioni e alla macroeconomia. I lavori di ristrutturazione richiedono molta manodopera, creano posti di lavoro e investimenti spesso radicati in catene di approvvigionamento locali, generano domanda di attrezzature ad alta efficienza energetica, aumentano la resilienza al clima e apportano valore a lungo termine ai beni immobili. Per abbattere le emissioni di almeno il 55 % entro il 2030, come proposto dalla Commissione nel settembre 2020, l’Unione europea deve ridurre le emissioni di gas serra degli edifici del 60 %, il loro consumo energetico del 14 % e il consumo energetico per riscaldamento e raffrescamento del 18 %. Le politiche e i finanziamenti europei hanno già prodotto effetti positivi sull’efficienza energetica dei nuovi edifici, che oggi consumano solo la metà dell’energia di quelli costruiti più di 20 anni fa. La Commissione europea svilupperà ulteriormente il quadro per sostenere la progettazione ecocompatibile, per innescare una grande trasformazione delle nostre città e dell’ambiente edificato. Può essere l’occasione per dare inizio a un processo lungimirante attraverso cui conciliare sostenibilità e nuovo stile di vita.

RS: Cosa c’è nel nostro prossimo futuro di utilizzatori di edifici e abitanti delle città?
CF: Oggi più che mai è importante coniugare il concetto di “riqualificazione”, cioè migliorare le prestazioni energetiche degli edifici e le caratteristiche edilizie degli involucri abitativi, con il concetto di “rigenerazione”, che implica una visione complessiva di città sostenibile, intervenendo sullo spazio urbano e non solo su un singolo edificio, migliorando la qualità ambientale, la vivibilità.